mercoledì 15 novembre 2017

Le_rane_aristofane

Può la poesia salvare il mondo? Il poeta, inteso come autore la cui opera raggiunge facilmente la mente ed il cuore di molti, deve fornire solo personaggi netti e probi, che siano esempio da imitare (eroi) per formare buoni cittadini? Può il poeta rappresentare l'intreccio di bene e di male proprio di ciascun individuo, rischiando di allentare la tensione a migliorare se stessi ed aprire la strada a qualche forma di decadenza?
Comunque la pensiate, questi sono considerati i temi della commedia di Aristofane "Le rane". Come molti altri contenuti della produzione teatrale greca del V secolo, anche questi sembrano temi universali, senza tempo tanto che noi posteri, a distanza di molti secoli, li sentiamo attuali. Riguarda la funzione didattica dell'arte e quindi si interroga sulla necessità di un condizionamento, una limitazione alla libertà artistica di rappresentare qualsiasi cosa perchè la libertà è limitata dalla responsabilità dei poeti nella formazione di buoni cittadini. La stessa cosa ci chiediamo oggi riguardo la responsabilità di tutti coloro che per mestiere o per natura hanno il talento o la possibilità di formare o influenzare le opinioni altrui.

martedì 17 ottobre 2017

Bosco e letteratura

La letteratura occidentale ha presentato il bosco come luogo selvaggio e pericoloso, ostile e inospitale, abitato da streghe, uomini malvagi, mostri o animali feroci. Oppure, in antitesi, lo ha descritto come ultimo frammento di un antico paradiso perduto, luogo protetto, magico, rifugio della libertà o dei libertari, sede di sapienza, alcova di amanti, fonte di buoni sentimenti, Arcadia di poesia e regno della quieta natura selvatica contraposta alla ferocia distruttiva dell'uomo.

Sono atteggiamenti diversi, due visioni del mondo, due sensibilità in antitesi che possono anche coesistere nello stesso individuo. Visioni che non hanno a che fare col bosco in quanto tale, che oggi valutiamo, più oggettivamente, in termini di ecosistema, ma sono proiezioni sul bosco dell'umanità: noi umani al centro della scena e il bosco una delle tante proiezione dei nostri incubi o dei nostri sogni.

A prescindere dal nostro livello di distacco emotivo e dal nostro atteggiamento razionale o antiromantico, quando decidiamo di entrare in un bosco ponderiamo, più o meno coscientemente, una delle componenti di cui sopra. Con la prima proviamo a soddisfare quel che resta del nostro bisogno ancestrale di avventura, magari il voler superare una prova nuova per godere poi del senso di benessere che può seguirne. Con la seconda vogliamo ritrovare frustuli dell'antico mito della comunione con il resto della natura da cui abbiamo la sensazione di esserci irrimediabilmente alienati.

Una passeggiata nel bosco può essere uno dei modi per accedere alla "seconda stanza", la stanza del pensiero di John Keats (the Chamber of Maiden Thought).

martedì 24 gennaio 2017

La passeggiata dei briganti

29 gennaio 2017
La paseggiata dei briganti
Colme di Monte Sparagio, Custonaci (Tp)
di Giuseppe Ippolito

Le 'colme' sono due punti quotati, Colma di Mezzo (m1000) e Prima Colma (m1008), di un vasto altopiano panoramico contiguo alla cresta occidentale del Monte Sparagio (m1110). L'altopiano si sviluppa tra le quote m600 e m1000 e si apre su uno dei paesaggi costieri più belli di Sicilia, tra il Monte Erice, l'inconfondibile sagoma del Monte Cofano e i versanti occidentali dei Monti dello Zingaro. La passeggiata è semplice, per tutti, l'abbiamo dedicata alla banda di briganti di Castellammare che tra il 1862 e il 1870 si diede alla macchia intorno al Monte Sparagio, alla loro guida Pasquale Turriciano e al poeta della banda Camillo Cajozzo. il paesaggio è tipicamente carsico, con doline, qualche grotta e piccole forme di corrosione superficiali. Le rocce calcaree hanno età cretaceo-eocenica (90-40 milioni di anni fa) e l'ambiente di deposizione fu un margine di una piattaforma carbonatica. Il paese più vicino è Custonaci, molto conosciuto per le cave di materiale lapideo di pregio. Sui fianchi dell' altopiano si aprono alcune cave attive che estraggono lastre calcaree facilmente lucidabili, soprattutto il "Perlato di Sicilia". Per quanto riguarda la vegetazione, oltre agli aspetti dominanti di gariga e steppa arida c'è una rada boscaglia di leccio e pinete che inverdiscono il Pizzo e la Contrada Giacolamaro. Al termine della passeggiata si va a Custonaci e poi ad osservare da vicino la Fossa della Bufara, il grande pozzo di crollo carsico nei pressi del paese.

Programma
Partenza alle ore 8,30 con automezzi propri, da Piazza John Lennon (ex Giotto) a Palermo per Castellammare del Golfo e Custonaci. Proseguimento in auto fino al Piano delle Ferle, a quota m 650. A piedi per contrada Giacolamaro, per raggiungere la Prima Colma e la Colma di Mezzo. Pranzo al sacco proprio e ritorno alle auto per il versante settentrionale. Trasferimento a Custonaci e passeggiata alla Fossa della Bufara. Rientro a Palermo previsto per le 19.00.

Scheda Tecnica
Dislivello: m300;
Lunghezza del percorso: circa km7.
Tempo di cammino: 2 ore.
Natura del percorso: sterrata, sentiero.
Difficoltà: facile, un omino

Equipaggiamento: Scarponi, abbigliamento per l'escursionismo invernale.

Quota di partecipazione €8;
Contributo carburante per chi usufruisce di passaggio auto €6, da versare al conducente.

Per informazioni e prenotazioni telefonare alla guida: Giuseppe Ippolito 3403380245;

Artemisia, società cooperativa a r.l. per il turismo sostenibile e l’educazione ambientale. Via Serradifalco, 119 90145 Palermo. Tel 3403380245; Email: artemisianet @ gmail .com Sito: www.artemisianet.it